La rivoluzione dei Porti Telematici

Andrea Pili
3 min readSep 26, 2019

--

Quando la digital Industry può diventare economia di sviluppo territoriale

Non stiamo parlando di startup e neanche di localizzazione di grandi imprese. Qui c’è una Visione. Un modo diverso di guardare al futuro dei porti industriali ormai in declino. La definizione di “porto Telematico”, come riporta wikipedia, è una destinazione logistica con determinate caratteristiche. La prima è ovviamente che si sta parlando di porti, quelli veri, dove attraccano le navi, la seconda è che non hanno di per se una posizione interessante per un crocevia di merci abbastanza cospicuo da tenere in piedi il sistema portuale e quindi potenzialmente in grado di essere riconvertito a Porto Telematico grazie ad interconnessioni sottomarine (Cable Landing station).

Riconvertire un Porto industriale è quantomai complesso. La prima difficoltà sta proprio nell'accettare il cambiamento. Il dover dire “da oggi si cambia”. Nessuno accusa nessuno. Non vogliamo parlare di errori del passato, ma di errori che potrebbero commettersi in futuro se non si cambia radicalmente il modo di pensare.

Le distanza tra due porti che prima si misurava in miglia, ora si misura anche in millisecondi, trasportando Bit e non solo Teu. Latenza. Si può percorrere 20.000 km in 20 giorni con le navi e in 20 millisecondi con un cavo in fibra ottica. Pensiamo al trasporto digitale. E non al trasporto di merci.

E’ straordinario solo immaginare come la distanza diventi un tempo infinitesimale, un calcolo di proiezione di sviluppo economico incredibile. Maggiore è la distanza, maggiore è l’importanza di interconnessione. Maggiore è la sua velocità di interconnessione, maggiore è l’interesse per l’insediamento di un datacenter.

Ma cosa significa Porto Telematico esattamente?

L’80% di tutto il traffico internet passa attraverso cavi sottomarini. Ci sono circa 430 cavi sottomarini nel mondo, molti dei quali lunghi più di 10.000 Km. Essi interconnettono paesi e continenti, e ci permettono di accedere alla rete internet e ai dati in qualsiasi parte del mondo. Questi cavi che attraversano i nostri mari “atterrano” in vari punti. Se uno di questi punti è un porto, e se all'interno di esso sono presenti infrastrutture digitali industriali (Internet Exchange, Data center ecc…), tale porto può definirsi telematico.

In Italia e nel mondo ci sono già situazioni simili, ma il fenomeno non è stato ancora normato, ne tantomeno studiato. Il concetto di “porto telematico” nasce ai giorni nostri, con la Digital Industry, o Data Age, i veri precursori dello sviluppo dei porti telematici.

In sintesi un porto telematico è laddove co-esiste una Cable Landing Station e un insediamento di Hyperscale Datacenter.

L’Italia è un paese strategicamente interessante per lo sviluppo economico di Porti Telematici per diversi motivi. Innanzitutto è un paese con notevoli Km di costa, e quindi di ben nutrito di porti, il secondo è che è paese che può offrire professionalità, sicurezza, stabilità, per chi intende investire nella Digital Industry.

L’Italia è uno dei paesi che ha nella sua diplomazia la più alta stima e reputazione a livello internazionale, ed è per questo che può ospitare degli IX (centri di interscambio interconnessioni Internet internazionali) e Datacenter allo stesso tempo, dove i dati possono stare al sicuro.

Da qui ai prossimi anni (entro il 2025) la quantità di dati che servirà la rete decuplicherà, e l’Italia potrà essere protagonista dello sviluppo della Digital Industry con almeno 450.000 nuovi posti di lavoro.

Sono già una decina i porti telematici individuati nel paese, soprattutto nel sud Italia.

La visione è condivisione. Non si può escludere il nostro paese da uno sviluppo economico di così vitale importanza. #portotelematico #hyperscaledatacenter #cablelandingstation

--

--

Andrea Pili

Serial Entrepreneur, Angel Investor, Advisor, Mentor, Tech addicted, passionate for ethical skill.