C’era una volta Uber… & C.

Andrea Pili
3 min readMar 25, 2017

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8 anni fa, un certo Travis Kalanick si inventò un sistema di trasporto privato che consentiva ai cosiddetti “driver” di essere contattati tramite una app da qualsiasi utente si trovasse nei dintorni della città. Un idea geniale, che aveva l’intento di dare la possibilità di condividere la propria auto attraverso un app ad una o più persone, scavalcando l’idea del Taxi tradizionale. Da qui il concetto di lasciare l’auto a casa, perchè tanto è impossibile trovare parcheggio, diminuendo così la presenza delle auto in circolazione. Poi la gente iniziò ad usarlo sempre più spesso, fino ad abbandonare definitivamente il concetto di possedere l’auto perchè tra carsharing, Uber e poi Lyft, il destino era segnato. La sharing economy stava cambiando il mondo del trasporto urbano.

Il numero delle auto vendute diminuirà a discapito del Ridesharing e Carsharing!

Fino a che, dopo qualche anno, il fenomeno Uber & C. (vedi Lyft, Flywheel), spopola generando numeri da capogiro (compreso le perdite, ma questo è un altro tema).

Se guardiamo oggi la città di San Francisco, notiamo che è cresciuta notevolmente, sia in termini di abitanti passando dagli 815.000 del 2009 agli attuali 865.000, sia in termini di infrastrutture, ma il fenomeno della sharing economy di fatto non ha avuto nessun impatto positivo sulla tanto paventata soluzione al traffico, anzi.

Analizzando e commentando il sistema Uber & C. con vari amici che vivono a San Francisco da parecchio tempo, siamo giunti alla stessa conclusione. Uber & C. hanno aumentato il traffico a discapito di un utilizzo selvaggio del servizio, non da parte degli utenti, ma da parte dei “driver”.

Sembra assurdo, ma ragioniamo insieme. Intervistando vari “driver” scopriamo che oltre a non fare loro il prezzo, e quindi adeguarsi a ciò che impone Uber, guidano anche fino a 12 ore al giorno. Un bel guadagno se pensiamo che la tariffa base è di $8 più $0.65 al minuto più $3.75 per miglio.

Peccato che la maggior parte del tempo venga trascorso per raggiungere i propri clienti oppure per girare a vuoto cercando di aumentare la probabilità di essere chiamati e stare sempre nelle vicinanze di chi eventualmente può chiamarli tramite l’app.

I dati sono pressochè pubblici.

53.000 “drivers” nella sola città di San Francisco (Uber & Lyft)

2000 Taxi

30 ore settimanali media di lavoro dichiarato da Uber

$ 45.000 l’anno lo stipendio base di un Uber “driver” (non ci paghi neanche l’affitto di casa, figuriamoci i costi della propria auto)

12 le ore giornaliere effettive di chi vuole portare a casa un po’ di soldi

3 solamente le aree di San Francisco dove la richiesta di Uber & C. è alta (e quindi dove si concentrano quasi tutti i driver (Pacific Heights, Downtown+soma e Mission District) ovviamente con 3 sole fasce di orario di maggior traffico.

RISULTATO: Congestione totale. Città paralizzata!!

Change your behavior è la parola chiave che determina il successo di una App, ed in effetti per certi versi è così. Ha cambiato le abitudini delle persone. Facendo 2 calcoli, se si sceglie Uber Pool o Lyft Pool, cioè si decide di condividere la corsa con un altra persone che fa più o meno lo stesso tragitto, si arriva a pagare anche meno dei $2.5 di un biglietto di un autobus!

Quindi tutti in auto privata! 40.000 auto che intasano parte della città! svuotando i mezzi pubblici, ottenendo esattamente l’effetto contrario che si voleva quando tutti parlavano di “soluzione” al traffico della città di San Francisco grazie alla sharing economy.

Ma neanche per idea, qui si va verso l’autoestinzione, non l’autopilota!

Ok, c’era una volta Uber & C. che hanno risolto un problema, il traffico.

Ora Uber & C. hanno creato un altro problema, il traffico.

Chi lo risolve?

…Movigo! stay tuned.

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Andrea Pili

Serial Entrepreneur, Angel Investor, Advisor, Mentor, Tech addicted, passionate for ethical skill.